La link building è il primo passo per ottenere le prime posizioni sui motori di ricerca
Di link building si discute moltissimo, soprattutto si discute molto dei suoi benefici e dei vantaggi che questa effettivamente alla SEO. Molto spesso questa attività è stata sottovalutata, quando in maniera piuttosto affrettata si è deciso di sancire la morte dei link e delle strategie di ottenimento di backlink sul proprio sito web, nonostante questa sia una tecnica SEO tra le più importanti in circolazione. La link building, infatti, è stata relegata in alcuni casi a mera attività di scambio link e attività di spam effettuata con strumenti automatici. L’attività di link building è stata inoltre messa in secondo piano da molti esperti SEO di fama, che a questa hanno preferito le attività di SEO On-page e le attività di ottimizzazione tecnica volte al miglioramento della struttura. A mio avviso e a detta di molti altri SEO, i link rimangono un elemento fondamentale per l’ottimizzazione e la link building è un’attività imprescindibile di ogni progetto SEO.



Perché la link building è così importante? Partiamo dalle origini di Google
Dopo che i principali motori di ricerca furono subissati dalla spam e dagli spammer, l’uscita di Google nel 1999 ha portato con sé l’avvento di una nuova generazione di motori di ricerca. Il primo e importante passo avanti del motore di Mountain View fu l’utilizzo di un nuovo, ulteriore, fattore di ranking: la citation analysis o, più comunemente, la link analysis. Fu, in effetti, il primo motore a utilizzare il concetto di citation analysis in maniera così efficace. L’analisi delle citazioni permette, infatti, di catalogare i siti utilizzando la valutazione e l’interesse che la rete nutre nei confronti di una determinata piattaforma: la presenza di un link in uscita verso un determinato sito significa, di fatto, un attestato d’interesse, un like. La link analysis, quindi, opera un conteggio e una valutazione degli inbound link, in altre parole i link in entrata, traducendoli in un punteggio secondo il valore dello stesso. Più punteggi, purché di qualità, rappresentano naturalmente più valore, con alcuni punteggi più alti degli altri; questo perché alcuni siti, in particolare alcune pagine di quei siti, dispongono di una link authority maggiore, e hanno perciò più link equity o link juice da passare.
Questo creò i presupposti per risultati più puliti e provocò la retrocessione dei risultati prodotti dai creatori di siti spam, rendendo la vita più difficile ai webmaster che sino ad allora si erano garantiti le prime posizioni con pratiche poco ortodosse. Fatta la legge, trova l’inganno: gli spammer si concentrarono, quindi nell’ottenimento di link, e nacquero così veri e propri network di compravendita, che esistono ancora oggi. Con milioni di siti e miliardi di pagine web, dei quali la maggior parte con poche o alcuna fonte di guadagno, diventò molto facile per i SEO contattare i webmaster per offrire soldi in cambio di link. Allo stesso tempo, gli spammer più arditi, costruirono bot in grado di scansionare siti web aperti ai commenti come spesso accade nei blog e nei forum, e lasciare automaticamente commenti utilizzando tecniche di text spinning (rotazione del testo generata automaticamente che permetteva di creare contenuto originale, almeno agli occhi dei motori di ricerca), con link all’interno diretto verso il sito dello spammer; in questo modo, uno spammer era in grado di far apparire un link sul sito di un inconsapevole blogger, il quale sarebbe stato successivamente letto dal motore di ricerca attribuendo un punteggio al sito linkato.
Divenne perciò necessaria l’adozione di contromisure efficaci all’arginamento della questione spam. I motori di ricerca adottarono principali strategie per difendersi dagli spammer:
- Furono create delle vere e proprie “spam team”, per l’individuazione dei contenuti spam e per la loro svalutazione o, nei casi estremi, per l’adozione di una penalizzazione manuale;
- Furono implementate delle tecnologie in grado di valutare la qualità dei link in maniera approfondita oltre la classificazione offerta dall’ormai sconfitto PageRank.
Inoltre, fattori come rilevanza, credibilità o trust e anchor text (nonché la descrizione testuale dei link), furono elevati a ulteriore fattore di ranking, in modo da arginare il problema spam. Google si garantì così una buona copertura dal problema.

Come ottenere il massimo con la Link Building: scegli un consulente SEO
Oggi Google ha ancora più strumenti per impedire agli spammer di inondare le SERP di risultati poco edificanti (o almeno, ci prova), e la Link Building è un’attività che premette duro lavoro e costante impegno. Ecco perché affidarsi a un consulente SEO esperto è oltremodo necessario per ottenere una Link Building Strategy efficace e mirata all’ottenimento di link in entrata (o backlink) di qualità.
L’attività di Link Building che offro ai miei clienti è un’attività di alta qualità che si basa sui contenuti e non sull’utilizzo di pratiche volte all’aumento puramente quantitativo degli inbound link. Le mie strategie si basano anche sulla cosiddetta Link Earning (cioè il “guadagnarsi” un link con contenuti di alto valore), applicata attraverso i Social Media e le Digital PR. Inoltre lavoro al fine di produrre una Link Building Strategy che prevede, oltre l’attività di produzione di contenuti mirati all’inserimento su altri siti web, la preparazione di un piano di generazione di contenuti sul Blog aziendale o sul sito web, capace di condivisione e dal forte contenuti virale, ottenendo così link naturali da parte degli altri siti web. Il mio obiettivo è quello di generare un naturale flusso di condivisione di contenuti, che si manifesti in un aumento naturale di link in ingresso e che si traduca nel massimo beneficio per il mio cliente.
Per questo lavoro nella direzione della qualità, pianificando la creazione di contenuti che portino valore agli utenti finali e che per questo sviluppino interesse da parte delle altre piattaforme.