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Aggiornato Set. 05, 2023
Google usa ancora PageRank? Sì, anche se non possiamo più vederlo

Durante il mio lavoro, soprattutto quando mi impegno nelle attività di outreach per mail legate alla link building, capita spesso che riceva risposte “preconfezionate” dai vari webmaster. Succede infatti che, nel tempo, molti dei gestori di siti web e di network si siano abituati a rispondere alle richieste dei SEO proponendo loro o di acquistare un link per diverse centinaia di euro o uno scambio di link basato sulle piattaforme in loro possesso. Per motivare il potenziale acquirente, estendono quindi un elenco di siti web (rigorosamente tematico, ahimè), in ordine di PageRank. Ma se Google PageRank è “morto” dal 2013 (perché tra virgolette? Lo vedremo tra poco), perché favorire una lista di siti dove l’unico valore che viene mostrato in prima battuta è costituito da qualcosa che è morto e sepolto? Come faccio a valutare la bontà di quel dominio? E se nel frattempo il valore fosse sceso?
Contrariamente a ciò che si pensa, PageRank è vivo e sta anche discretamente bene; è e sarà usato in futuro come uno dei fattori più critici relativamente all’abilità che un dominio ha di posizionarsi. Ciò che molti ancora non comprendono, o non vogliono comprendere, è che di “PageRank” ne esistono due tipi. Perciò, tutto il proselitismo che è nato dalla diffusione dell’idea che PageRank è morto definitivamente, è una propaganda fuorviante da una parte, mentre dall’altra è pura e semplice verità. Confusi? Vediamo perché.
Chi davvero è morto è la Toolbar che mostrava il PageRank: la funzione PageRank inclusa nella Toolbar di Google funzionava come una vera e propria indicazione ufficiale da parte di Big G sul valore del reale PageRank di un dato dominio web. Veniva appunto chiamata PageRank Toolbar perché, attivando l’apposito strumento incluso nella barra degli strumenti, permetteva di controllare il valore di PR del proprio sito o di altri domini di cui si voleva conoscere il valore. La Toolbar, generalmente, veniva aggiornata 3 o 4 volte all’anno, ed era una metrica ampiamente utilizzata dai SEO Specialist per conoscere la capacità di un dominio di posizionarsi rispetto agli altri.
La risposta al nostro quesito sta quindi nell’ultima affermazione: “era una metrica ampiamente utilizzata dai SEO Specialist per conoscere la capacità di un dominio di posizionarsi rispetto agli altri”. Infatti, questo oggi non è più possibile. Il PageRank mostrato nella Toolbar ha subito lo stesso trattamento delle keyword “not provided” in Google Analytics. Nonostante questo il PR come abbiamo detto è vivo e vegeto, ma non possiamo più vederlo: le metriche che prima erano disponibili da frontend e che Big G aveva deciso così gentilmente di condividere con noi, non sono più aggiornate almeno dal lontano dicembre 2013. [Per fare una breve divagazione, mentre stiamo parlando dell’argomento PageRank, fate caso all’anchor text di tipo branded che sto per introdurre, intitolato Andrea Ronzano, che serve per redistribuire una parte di link juice o di PageRank proveniente da questa pagina anche alla homepage. Per migliorare la distribuzione di link juice o di PageRank sul vostro sito, ogni pagina interna dovrà contenere link interni verso le altre pagine. Chiusa parentesi.]
Postuliamo quindi: solo il PageRank a noi visibile dalla Toolbar è morto mentre l’algoritmo “Google PageRank” esiste ancora
Gli aggiornamenti di PageRank e degli algoritmi avvengono sempre in tempo reale. Quando il PR che veniva mostrato dalla Toolbar veniva aggiornato, e, per esempio, un sito passava improvvisamente da un PageRank 2 ad un PageRank 3, il PR reale di quel dato sito non veniva improvvisamente aggiornato dall’oggi al domani, era soltanto la Toolbar ad essere aggiornata di tanto in tanto. Per questo motivo, era molto probabile che il sito avesse già un PR di 3, anche diversi mesi prima che questo fosse visibile a tutti. Il PageRank che definiremo “reale” di un determinato dominio viene aggiornato più o meno ogni 48 ore dopo che Google ha effettivamente scansionato gli ultimi backlink diretti al dominio. Chiaramente, ogni spinta a livello di PageRank è direttamente proporzionale alla qualità e al volume di nuovi link in ingresso che il dominio riceve.
Come abbiamo avuto modo di vedere, il PageRank è ancora un fattore di spicco rispetto alla facoltà di un sito di posizionarsi o meno. Tuttavia, dal dicembre 2013, Google ha deciso di non condividere più questa informazione con utenti, addetti del settore e (nostro malgrado) consulenti SEO probabilmente con l’intenzione di rendere ancora più difficile la manipolazione dei risultati di ricerca organici. Vi sono ancora moltissimi SEO alle prime armi che stanno perdendo tempo e denaro dietro le aste di domini, mentre si lasciano sfuggire grandi opportunità relativamente a domini effettivamente autorevoli perché si affidano a una metrica ormai più che datata come quella del PageRank. Quel che succede è che si spendono centinaia di euro in domini con un PR 6 proveniente dalla Toolbar datato dicembre 2013, mentre, nella realtà, quel oggi potrebbe essere con tutta probabilità un PR 0.
Ragionando al contrario, molti SEO si stanno lasciando sfuggire molte opportunità perché la loro Toolbar mostra un PR 0 o PR 1 per un dominio che magari ha decisamente più authority. Infatti, un dominio che noi vediamo essere un PR 0 o PR 1 potrebbe avere potenzialmente un PR 5, e così via dicendo. Chi lo sa davvero?
Se, poniamo caso, utilizzando le metriche provenienti da due piattaforme autorevoli come Moz Pro (Domain Authority), e Majestic SEO (Trust Flow), abbiamo un dominio con 40 di DA e 32 di TF, allora il dominio potrebbe essere tranquillamente un PR 3, anche se la Toolbar dice tutt’altro. Come sono riuscito a calcolare questo valore? Vediamo meglio.
Esiste un modo per calcolare il PR senza l’aiuto di Google?
Poterlo calcolare perfettamente è praticamente impossibile, ciononostante un modo per tentare di stimarlo oggi, nel 2022, esiste. Certo è che affidarsi a un sistema di calcolo decisamente antiquato come quello della Toolbar non vi aiuterà ad ottenere quella strategia di SEO offpage a cui tanto agognate. Una formula che utilizzo, più per divertimento che per reale necessità, per calcolare il PageRank di un dominio è la seguente: (DA(Domain Authority di Moz)+TF(Trust Flow di Majestic SEO))/20.
Prendiamo ad esempio un dominio che abbia un DA di 34 e un TF di 27. Il suo PR sarà:
(34+27)/20=3,05=PR3.
Questo è una modalità piuttosto approssimativa di quanto potrebbe valere un determinato dominio in termini di PR. Comunque sia, questa formula è soggetta a un ampio margine di errore costituito dalla spam. Più spam un dominio ha in termini di inbound link, tanto meno questa formula sarà accurata. Infatti, se la Domain Authority (per quanto sia stata recentemente aggiornata da Moz), è stata deviata dalla spam o dai redirect 301, allora questa formula conterà quanto il due di briscola.
Un altro esempio ancora: se abbiamo un dominio con DA 80 (causato da spam) sommato a un TF di 17, avremo 97/20=PR. Quindi PR=4,85 – arrotondato per eccesso PR = 5. Realistico? Direi di no.
Ecco quanto vale il PageRank che vedete dalla Toolbar: quanto il calcolo che ho fatto io sommando due metriche di tool esterni (affidabili?), fratto 20, per normalizzare la formula.
PageRank lavora (eccome) dietro le quinte.
In conclusione l’algoritmo relativo al PageRank sta lavorando – e non poco – dietro le quinte. Sono convinto perciò che PageRank sia e resterà ancora parte integrante dell’impalcatura algoritmica di Mountain View, ma dal 2013 è una metrica che per noi SEO è più che irrilevante e, molto spesso, fuorviante. Non rimane che affidarsi piuttosto alle metriche provenienti da Moz, da Majestic SEO e altri portali autorevoli, i quali, per fortuna, hanno fatto in modo che si possa valutare la bontà di un dominio grazie a un indice. Certo, questo non arriva direttamente da mamma Google, perciò viene da domandarsi ancora: ma quanto sono affidabili DA e TF?